Un biglietto di solo ritorno

Dopo aver letto il romanzo, la lettura mi ha lasciato una profonda riflessione sulla bellezza e complessità delle seconde possibilità e sul valore del ritorno.

La protagonista, immersa in un viaggio emotivo e fisico, scopre che la vera libertà non si trova nell’andare via, ma nel tornare, trasformata e consapevole, ai luoghi e alle persone che hanno significato: d'altronde, questo viene sottolineato nell'incipit.

L’autrice esplora con sensibilità le sfumature di un amore maturo, che non è privo di dubbi e paure, ma che diventa completo attraverso i fallimenti e le scelte difficili.

Il ritorno non è solo un viaggio fisico, ma una riconciliazione con il proprio passato, con vecchie ferite, e con le persone che si sono amate.

Questo tema centrale emerge come un invito a non fuggire dai sentimenti e dalle esperienze, ma a viverli pienamente e ad accettarne le conseguenze per crescere.

Il romanzo riesce a creare un legame emotivo con il lettore, soprattutto per la sua narrazione intima e autentica nonché maturata rispetto ai romanzi precedenti.

Ho trovato i personaggi verosimili nelle loro sfaccettature umane e nelle loro contraddizioni, che li rendono vicini al lettore e alle sue esperienze personali.

In sintesi, il terzo capitolo di Fragola è una lettura che resta, un romanzo che invita a esplorare la forza delle scelte e la bellezza dei ritorni, offrendo un messaggio di speranza e resilienza.

Ho preordinato questo libro perché non potevo attendere un giorno di più per poter tornare a leggere le parole di Cristiana.

In questa recensione non scenderò nei dettagli per non dare troppe anticipazioni a chi ancora deve addentrarsi nelle nuove avventure di Fragola.

Stilisticamente colgo una maturazione, rispetto a “Cercavo una corazza con le ali”. Chi sta seguendo la saga, noterà un ulteriore scatto di crescita narrativo, che però non intacca l’innegabile gentilezza della penna dell’autrice.

“Un biglietto di solo ritorno” è la narrazione di come perdersi permetta di ritrovare sé stessi, ad accettare il passato e imparare a conviverci.

Il tema principale e che alimenta queste dinamiche è l’amore e di tutte le forme in cui ciò si può esprimere, seppur alcune non convenzionali o non pienamente affrontate a livello sociale.

Siamo abituati ad archiviare con distacco il passato, una volta che non fa più parte della nostra quotidianità, ma Cristiana spiega che non è così e, personalmente, mi sono sentita capita dalla sua narrazione, come se fosse la carezza di un’amica.

L’amore vero si trasforma, cambia sembianze, ma non cessa di esistere; prima lo accettiamo e meglio riusciamo a costruire il nostro presente e il nostro avvenire.

Un altro importante esempio dato dall’autrice, su cui non mi soffermerò molto per non dare ulteriori spoiler, è quello dell’altro volto del fraintendimento; mostrando il punto di vista della parte “colposa” e non più di quella lesa.

Lo stile…