Estratto
Prologo
Elisa, piccolo tesoro mio,
il mare che ondeggia dentro di me non conosce mai davvero la quiete. Sotto la sua pelle lucida e immobile, correnti profonde si intrecciano e onde fredde si infrangono silenziose, lambendo quelle parole che non ho mai avuto il coraggio di confidarti. Le ho strette a me, custodite nella quiete della mia anima come un tesoro fragile e prezioso.
Ma ora, Elisa, la marea si ritira e quel mare si spalanca — immenso, placido — come il cielo che si schiude all’alba di un nuovo giorno, promettendo qualcosa che ancora non so. Guardo il tuo viso sereno mentre dormi e penso che forse ora posso lasciar andare quel peso. È un’immagine che mi restituisce pace, come se in quel tuo respiro tranquillo trovassi il permesso di liberarmi dalle catene invisibili che ho portato con me per anni.
Così il buio che ho dentro comincia a dissolversi, cedendo lentamente il passo a una luce nuova. È un lento risveglio che ora voglio condividere con te. Come un fuoco nascosto che divampa nella calma della notte, così si accende nel mio cuore una voce che reclama di essere ascoltata.
E allora ti parlerò, perché voglio che tu sappia da dove vengo, prima di chiederti dove vuoi andare.
Questa è la mia storia, tesoro mio. E, da oggi, forse sarà anche un po’ la tua.
(.....)
Se mi perdo, se le frasi si allungano come onde che si infrangono e poi si ritirano, abbiate pazienza. È così che si racconta ciò che fa male: con un respiro lungo, con le mani che tremano, con la voce che a volte si spezza, perché tutto, tutto comincia e finisce nel coraggio di guardare davvero, di lasciarsi attraversare da ciò che ci lega e ci salva.
Ma questo mio grido è soprattutto per te, amore mio. Perché tu non smetta mai di ricordare chi sei. Perché tu sappia camminare a testa alta anche quando il mondo proverà a piegarti. Perché tu scelga ogni giorno, senza paura, la libertà.
Io, alla fine, gli occhi li ho aperti. Ora devi farlo anche tu.
Prima che sia troppo tardi. Prima che il rumore ti convinca che abbassare lo sguardo sia l’unico modo per restare in piedi.
Questa è la mia storia, Elisa.
Adesso, tocca a te scrivere la tua.
Papà
Descrizione
C’è una lettera mai scritta che ogni padre vorrebbe lasciare alla propria figlia. Questo libro ne è la voce: il dialogo teso e autentico tra due generazioni che si cercano, si sfidano, si riconoscono. Nel mondo che vacilla sotto il peso della rendita, dell’ansia, della solitudine digitale, un padre e una figlia guardano la stessa realtà da prospettive opposte. Lui vede disincanto, fragilità, occasioni mancate. Lei risponde con domande nuove, cerca spiragli, ribalta le certezze, scommette ancora sulla speranza. Tra distanze e incontri, il romanzo mette a nudo la ferita e la forza di una generazione che non si arrende e di chi fatica a capire il proprio tempo. Non offre risposte né morali: lascia il lettore sulla soglia delle sue domande, più inquieto, forse più vivo. Sicuramente più consapevole.
L'Autore
Pierpaolo Masciocchi (1965, Roma), avvocato, è stato consigliere del Cnel e consulente per la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Dettagli
| Genere | Narrativa |
| Editore | Brè Edizioni |
| Data uscita |
18/12/2025 |
| EAN | 9791259709653 |
| Pagine | 333 |
| Formato | 150 x 210 brossura |
| Lingua | Italiano |